Il piano di rientro: la soluzione per non fallire
Nel caso in cui ci si trova in uno stato di indebitamento oppure si teme di essere sull’orlo di un fallimento, occorre prestare attenzione ad una serie di consigli per evitare la catastrofe.
Per ridurre il debito dell’imprese è fondamentale infatti azionare delle vere e proprie strategie con molteplici procedure giudiziarie o extra-giudiziarie.
Nello specifico in tale circostanza è possibile predisporre un apposito piano di rientro. Si tratta di una vera e propria dilazione di pagamento attraverso la quale si può andare a risolvere lo stato di insolvenza presentato.
Questa soluzione può essere applicata nel momento in cui vi è una comunicazione diretta tra creditori e l’imprenditore debitore.
Nonostante possa sembrare banale, nel momento in cui si vengono a creare delle carenze di liquidità, il primo passo da compiere è quello di spiegare le difficoltà presenti ai fornitori per proporre poi un accordo relativo al pagamento.
Il piano di rientro viene visto così come un contratto tra due contraenti, per porre una modifica all’obbligazione riscontrata sui termini di pagamento oppure sui tempi di esecuzione.
Per essere efficace realmente il piano deve venire redatto in forma scritta con scrittura privata e al suo interno occorre indicare: i soggetti della scrittura, l’importa da saldare, l’origine dell’obbligazione, modalità e termini di pagamento, rinuncia di azioni esecutive verso il debitore, luogo e data.
Tuttavia in tale circostanza potrebbero venirsi a creare delle situazioni spiacevoli se non si riesce ad adempiere al piano.
Nel caso in cui infatti si è disposto un accordo che vede per oggetto la rateizzazione di un importo preciso da dover corrispondere senza che esso si venga a sostituire al debito contratto precedentemente, il creditore avrà la facoltà di revocare il piano e potrà chiedere l’intero pagamento.
Se invece vi è una novazione dell’accordo, nel momento in cui si dovesse verificare un ritardo del pagamento o un inadempimento, il creditore non potrà pretendere che il debitore assolva al pagamento in una sola soluzione.
Il piano di rientro viene visto così come un metodo ottimale per ridurre il debito dell’imprese e agevolare il debitore ma al tempo stesso costituisce a tutti gli effetti un’ammisione del debito, che potrà venire richiesto tramite un decreto ingiuntivo.
Ridurre il debito dell’imprese con il ricorso al concordato preventivo
Un altro possibile rimedio per ridurre il debito dell’imprese e per non ritrovarsi a dover fallire, è rappresentato dal ricorso al concordato preventivo. Questa opzione può venire disposta in tutti quei casi in cui non è possibile ricorrere ad un’altra soluzione di tipo extra-giudiziario.
Il ricorso concordato preventivo è utile per perfezionare o raggiungere un accordo con il creditore dinanzi al giudice.
L’obiettivo di tale soluzione è quello di poter perseguire il recupero della capacità dell’impresa che una volta risanata potrà tornare sul mercato.
Il creditore così potrà ritenersi soddisfatto della prosecuzione dell’attività e del piano funzionale messo in atto per ripristinare l’intero equilibrio economico.
L’utilità per il creditore deve tuttavia venire specificata ed individuata per tempo in modo tale da assicurare un vantaggio certo e valutabile.
Nella procedura per il concordato preventivo occorre proporre un ricorso con domanda specifica da depositare in Tribunale.
Nel giro di qualche giorno viene poi fissato un termine entro il quale il debitore è obbligato a depositare la proposta di concordato.
Al suo interno dovranno venire specificate: le cause per cui si è verificata la crisi, le modalità messe in atto per soddisfare i crediti, le strategie di intervento per ristrutturare il debito, un’attenta analisi dei ricavi e dei costi disposti nel caso in cui l’attività prosegua, trattamenti differenziati per i creditori.
L’accordo di ristrutturazione dei debiti per evitare il fallimento
Tramite l’accordo di ristrutturazione del debito delle imprese è possibile evitare che l’azienda fallisca. Tale rimedio viene anche definito un vero e proprio mezzo di risanamento, necessario per ridurre l’esposizione debitoria.
Proprio su questa tipologia di soluzione il nuovo Codice della Crisi d’Impresa, precisa che gli accordi possano venire proposti dagli imprenditori non commerciali in cui rientrano ad esempio le attività artigiane, commerciali oppure agricoli, ad esclusione dell’impresa minore.
Per ridurre il debito dell’imprese attraverso l’accordo di ristrutturazione dei debiti, si coinvolgono un preciso numero di creditori, predisposti alla salvaguardia dell’impresa.
Il concordato in questione viene chiamato accordo ordinario nel caso in cui si raggiunge una quota del 60% dei creditori mentre è detto accordo esteso quando sono oltre il 75%.
Per dare avvio a questo mezzo ed evitare il fallimento, bisogna prevedere una relazione da parte di un professionista che certifichi la veridicità dei dati riportati e l’attuazione dell’intesa.
L’obiettivo dell’accordo è quello di poter garantire il controllo dell’azienda da parte dell’imprenditore e per farlo è necessario suddividere le operazioni da eseguire in più fasi. Nella prima occorre depositare la domanda di accesso e tale operazione dovrà essere compiuta dal debitore specificando gli accordi con gli eventuali creditori perfezionati o in corso.
Una volta depositata la domanda potrà venire opposta dai terzi interessati o dai creditori.
Nella seconda fase, chiamata omologazione, vi è l’accoglimento da parte del Tribunale che si conclude con l’esecuzione dell’accordo.
Come ridurre il debito dell’imprese attraverso il piano di risanamento
Vi è infine un ulteriore piano per ridurre il debito dell’imprese ed evitare che falliscano.
Si tratta nello specifico del piano di risanamento, ovvero uno strumento giudiziale che concede all’imprenditore la possibilità di proporre ai creditori un nuovo progetto di risanamento.
Per vederlo applicato occorre però rispettare alcuni precisi requisiti. In primis il debitore devi trovarsi in uno stato di insolvenza oppure di crisi ma la situazione presentata deve dimostrarsi reversibile a tutti gli effetti altrimenti non è possibile raggiungere il così detto equilibrio finanziario.
Nel momento in cui si viene a creare un’inversione di rotta prodotta dallo stato di insolvenza, bisogna redarre un piano apposito di risanamento dell’esposizione debitoria.
Per l’accordo e per ridurre il debito dell’imprese sarà necessario rispettare dei requisti che devono obbligatoriamente essere contenuti per la sua validità.
Il piano deve provvedere una data certa insieme all’indicazione della situazione economica specifica dell’impresa. Nello stesso dovranno venire inclusi i creditori.
Per rendere ancora più chiaro il piano potrebbero rivelarsi utili degli allegati come ad esempio la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre esercizi, i bilanci annessi e le scritture contabili obbligatorie.