Il concetto di reputazione online non è qualcosa che riguarda soltanto i grandi brand, o le nuove generazioni. Tutti noi abbiamo una reputazione che viene influenzata, positivamente o negativamente, da quanto viene detto o prodotto su di noi in rete.
Anche se noi in prima persona non produciamo direttamente nulla che ci riguardi, come video o post sui social, è possibile che qualcuno lo faccia a nostra insaputa. Recensioni, conversazioni sui forum, gruppi Facebook, esistono molte situazioni nelle quali innumerevoli soggetti possono dire la loro su di noi, e non è detto che si tratti di opinioni lusinghiere.
La reputazione online influenza direttamente la nostra possibilità di trovare clienti, di aumentare il fatturato, di trovare lavoro. Dove pensi che cerchino informazioni i recruiter sui candidati da valutare? Chi al giorno d’oggi non getta un occhio sulle recensioni di un’attività turistica o di un ristorante prima di decidere se servirsene?
Quali strumenti per difendere la reputazione?
Coloro che cercano informazioni su un soggetto, innanzitutto, digitano il suo nome sul motore di ricerca e vagliano le informazioni restituite per farsi un’idea delle sue qualità. Va da sé che i siti web più in risalto, quelli posti più in alto tra i risultati, sono anche quelli che hanno maggiore visibilità e che pertanto possono influenzare maggiormente l’opinione di chi se ne serve.
Pensiamo a quei professionisti che di per sé non lavorano in rete – e che quindi pensano di non doversi occupare di reputazione online – ma sui quali sono stati realizzati articoli da testate giornalistiche che per qualche ragione gettano un’aura negativa sulla loro reputazione. Queste fonti di informazioni, a loro insaputa, possono danneggiare le loro attività anche offline, siccome impressioni negative spingono a rivolgersi verso concorrenti privi di tali macchie.
Gli esperti nella difesa della reputazione online si occupano di monitorare il sentiment delle conversazioni online attorno a un determinato soggetto e di mettere a punto le azioni opportune per migliorare il valore percepito di un brand. Grazie ad appositi tool individuano post, siti web, video e immagini riguardanti il committente e analizzano la valenza positiva o negativa, per decidere se occorrono interventi a sostegno della reputazione online.
Potrebbe trattarsi ad esempio di notizie di procedimenti penali risalenti ad anni prima, recensioni di clienti dal tono negativo, video privati messi in giro senza il nostro consenso.
Quali sono quindi gli strumenti a disposizione per migliorare la propria reputazione online?
La realizzazione di contenuti per siti web punta a offrire agli utenti degli elementi che i motori di ricerca possono valutare come più recenti e attinenti all’intento di ricerca delle persone, e perciò meritevoli di apparire tra i primi risultati. In questo modo i contenuti preesistenti – es. le notizie obsolete – passano tra i risultati meno in vista e perdono di visibilità, finendo per influenzare meno persone.
Per ottenere questo risultato, gli esperti di reputazione si occupano di fare realizzare contenuti per siti web ottimizzati per i motori di ricerca di qualità, che vengano recepiti come utili e aggiornati, in modo da fornire informazioni vantaggiose per la reputazione online dei soggetti in questione.
Ciò avviene curando in primis la realizzazione di contenuti attinenti al brand del soggetto (come articoli di un blog incentrati tali da fare trasparire la competenza della persona) e più in generale tutte le piattaforme attraverso le quali si può influenzare la reputazione online.
Abbiamo quindi attività di gestione dei profili social per creare una presenza online solida e vantaggiosa per il committente, realizzazione di guest post per altri siti per accrescere la notorietà presso un pubblico più ampio, attività di link building per accrescere la visibilità dei siti web “buoni” per la reputazione a discapito di quelli “cattivi”.
Nel caso di recensioni negative, ma veritiere, i consulenti online si occupano non di farle rimuovere (che farebbe sembrare il soggetto ancora più colpevole) ma di guidare il cliente a servirsene per arginare il danno, mettendo in luce la propria disponibilità nei confronti dei clienti e spiegare le proprie motivazioni.
Purtroppo, in alcuni casi i contenuti negativi diventano virali e ottengono una enorme visibilità che non è facile arginare con la sola creazione di nuovi contenuti.
Quando si tratta di informazioni menzognere o protette dal diritto alla privacy è possibile servirsi del diritto all’oblio. Si tratta di un diritto riconosciuto ai cittadini dell’Unione Europea di tutelare la propria reputazione online facendo rimuovere quei contenuti che la danneggiano e che non sono supportati da un adeguato diritto di cronaca.
Google mette a disposizione un modulo per il diritto all’oblio per richiedere di deindicizzare i contenuti individuati. Questo permette di rimuovere dai suoi archivi le informazioni denigratorie, ma non consiste nella rimozione alla fonte nei siti dove sono presenti.